Verzuolo – Il nuovo Itis? Non va fatto in collina, ma in via XXV aprile. Rimangono molto distanti le posizioni dell’Amministrazione provinciale di Cuneo e del “Comitato Itis-Agraria: parliamone!”, dopo l’assemblea pubblica di lunedì 21, svoltasi a Palazzo Drago, presenti un centinaio di persone. La consigliera provinciale Milva Rinaudo ha sottolineato che c’è già un progetto, quasi esecutivo, finanziato con 7 milioni e mezzo di euro e che “difficilmente può esser modificato”. I tecnici presenti sul vecchio edificio di don Orione, hanno spiegato che “i numeri e le percentuali del calcestruzzo, dove il minimo è fissato a 200, in alcune parti dell’edificio arrivano appena a 30. Se si verificasse un terremoto leggermente più forte, la struttura può venir giù” . Il Comitato popolare ha insistito su una collocazione diversa: L’ex sindaco Gianfranco Marengo: “Una nuova scuola sulla collina dell’Agrario porta con sé problematiche legate a viabilità, fognatura, acquedotto, tempi più lunghi di costruzione, e maggiori costi (perché costruire in collina costa di più che costruire in pianura!), senza contare il grave danno all’Agrario, che rimarrebbe senza alcuni terreni, strumento di didattica. Entrambi gli Istituti sono penalizzati nei rispettivi sviluppi futuri”. Milva Rinaudo : “Se non va bene questa progettualità, con i soldi del bando finanzieremo altri Istituti, abbiamo l’imbarazzo della scelta, consapevoli che se entro due anni non troviamo soluzioni alternative, l’Itis verrà spostato da Verzuolo”. I funzionari hanno spiegato che “non si può “prendere il progetto e sbatterlo sull’area di via XXV Aprile: l’opera è stata pensata, studiata e calcolata per la collina”. I cittadini hanno chiesto di tentare il tutto e per tutto, con un incontro in Regione Piemonte, per vagliare la possibilità di un cambio di terreno sul quale erigere il nuovo Itis. Poco possibilista la Rinaudo: “Se cambiamo i dettagli del progetto, perdiamo il finanziamento, che andremo a utilizzare per i 19 altri Istituti della Provincia che ne hanno bisogno”. Né il sindaco Panero né gli assessori comunali presenti han preso la parola. La Provincia potrebbe chiedere, alla luce di quel che sta accadendo, un nuovo pronunciamento del Consiglio comunale.