Cuneo – (db). “Boves ieri. La mia 1500ª gara in 20 anni. 1500 partenze, 1500 arrivi, 1500 emozioni, alcune sofferenze, moltissime soddisfazioni, tantissime gare lunghe (oltre 150 maratone e 100 mezze maratone ndr), molte corte e la voglia di arrivare sempre in fondo”, ha scritto sul sito Dragonero Carlo Rosa dopo la corsa disputata nel mese di dicembre.
Alle tante congratulazioni dei compagni di squadra risponde in swaili: «Mungu akipenda (se Dio vuole)». Una lingua imparata in Tanzania per comunicare con colleghi e dipendenti. In fretta, per necessità: “Facevo vedere i mattoni agli operai e a gesti spiegavo cosa farne – racconta – “Tofali”, un mattone; “minghi matofali”, molti mattoni… Poi inglese, francese, e, in vari paesi, un po’ di russo; niente da fare con il cinese che mi è rimasto incomprensibile”.
Molte lingue, molti paesi, molte esperienze, sempre per lavoro. Per gran parte della vita. Ha iniziato nell’aprile del ‘76, a 24 anni con il diploma di geometra, a costruire dighe. 5 anni in Tanzania, 18 mesi in Nigeria, una parentesi a Siracusa con l’Enel, 3 anni in Benin e 2 in Russia per conto della Comunità Europea. L’esperienza in Algeria nel 1993 si è interrotta per le condizioni politiche del paese. Poi 2 anni a Chang-Mai in Tailandia per realizzare una rete di 253 chilometri di canali per irrigare i campi di riso. Una consulenza in Cina, 2 anni nel Quatar per una centrale elettrica a gas e, infine, il ritorno in Italia, nel 1996 con ancora brevi consulenze come tecnico in Kuwait e a Cipro.
Sempre con incarichi di grande responsabilità alle dipendenze di imprese che operano in tutto il mondo, come la ABB, con 52 mila dipendenti, e lui a capo di 60 tecnici italiani: “Anche in quel caso – spiega – gli italiani costituivano il nucleo più specializzato”.
Carlo Rosa ha cominciato a correre nel Quatar per smettere di fumare: “Per riuscirci ho comprato le scarpe da corsa, ho iniziato a correre ed effettivamente ho smesso. C’erano 38, 39 gradi: finito il cantiere, alle sei di sera, correvo sulle dune guardando il mare”.
Da quando è in pensione ha iniziato molte attività che lo impegnano sempre di più. La corsa con la Dragonero, la cura appassionata dell’orto e del giardino: “Mi piace al mattino accarezzare la rosa che ho visto la sera e scoprirne i cambiamenti, fare le talee, seminare fiori e piante”.
E poi un’altra passione, la scultura del legno. Lui minimizza: “Ma no, sono solo un intagliatore“” Con decine e decine di opere realizzate esposte anche in una mostra nella chiesa di Santa Chiara a Cuneo e un corso da intagliatore, come insegnante.
L’ultima realizzata, l’Angelo Podista.