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Venerdì 22 novembre 2024

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3 mila domande per il Reddito di inclusione

Il Rei nel 2018 ha erogato il beneficio economico a 424 famiglie il 46% delle richieste, nei 53 comuni del Consorzio Socio Assistenziale

La Guida - 3 mila domande per il Reddito di inclusione

Cuneo – Sono state circa 3.000 le domande presentate nel 2018 per il Rei, il Reddito di inclusione, misura ministeriale del governo Gentiloni di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, diventato il primo strumento permanente e strutturato, pensato e realizzato per contrastare la povertà assoluta. 918 sono state le domande nell’area del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese che raggruppa 53 comuni intorno al capoluogo, vallate e pianura. ben 39 comuni su 53 hanno trasmesso le istanze all’Inps. Il Comune di Cuneo ne ha gestite 347, a seguire il Comune di Borgo San Dalmazzo con 120 e il Comune di Busca con 58. Tra queste, 424 (equivalente al 46.19%) hanno ottenuto esito positivo, ovvero l’Inps ha accertato la presenza dei requisiti per accedere alla misura e hanno visto l’attivazione di un progetto personalizzato accompagnato dall’erogazione del beneficio economico che va dai 187,5 euro al mese per chi è solo fino ai 539,82 per una famiglia di 6 o più componenti.
Analizzando i dati sulla situazione dei beneficiari risulta che 208 nuclei comprendano minori, 108 sono nuclei con almeno un soggetto disabile, 169 sono nuclei con almeno un ultracinquantacinquenne e 47 nuclei rientrano nelle categorie in cui i soli requisiti soddisfatti sono quello economico e di residenza (ad esempio adulti al di sotto dei 55 anni, coppie senza figli,..). Si registrano solo 24 casi in cui la problematica è circoscritta alla situazione lavorativa e 80 in cui ci sono interventi di tipo sanitario. Risulta altresì che la maggior parte dei beneficiari sono nuclei già in carico ai servizi sociali  (79%) e di questi il 25,9% sono persone già beneficiarie del “vecchio Sia”, il Sostegno all’Inclusione Attiva, mentre solo il 20,9% sono persone sconosciute ai servizi.

Il Rei è stato introdotto dal governo Gentiloni con la prima legge sulla povertà nella storia italiana, emanata nel settembre 2017, che va ad arricchire l’idea di complessiva riforma del sistema dei servizi sociali italiani. Il Rei, che preclude la continuità con le politiche di welfare meramente assistenziali, è articolato in due componenti: una passiva che consiste nell’erogazione di un contributo economico di cui è responsabile l’Inps e una attiva che convoglia nella sottoscrizione di un progetto personalizzato volto al superamento della condizione di povertà. Per accedervi si deve essere in possesso di specifici requisiti che dal 1° luglio 2018 sono limitati al reddito (Isee inferiore a 6.000 euro) e alla residenza (in Italia in via continuativa da almeno 2 anni), divenendo così a tutti gli effetti una misura universale. A livello regionale, secondo i dati Inps dell’Osservatorio Statistico Rei, parliamo di 46.727 persone coinvolte che corrispondono a 18.780 nuclei.3 mila

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