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Domenica 22 dicembre 2024

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“Treni della neve”, un “rinforzo” che serve tra Cuneo e Ventimiglia

Fino a domenica 24 febbraio due treni in più nei fine settimana per colmare, almeno in parte, una delle maggiori manchevolezze della linea

La Guida - “Treni della neve”, un “rinforzo” che serve tra Cuneo e Ventimiglia

Cuneo – Da sabato 22 dicembre a domenica 24 febbraio la Cuneo-Ventimiglia ha due treni in più. Solo per due mesi, solo nei fine settimana: i così detti treni della neve. A salire verso i monti, e in particolare verso le piste da sci, partono da Ventimiglia alle 6,48, fermano a Limone Piemonte alle 8,27 e arrivano a Cuneo alle 9,03. A scendere verso il mare partono da Cuneo alle 17,20, fermano a Limone Piemonte alle 17,55 e arrivano a Ventimiglia alle 19,37. Entrambi i treni effettuano tappe intermedie anche a Borgo San Dalmazzo, Tende e Breil. Non invece a Roccavione, Robilante, Vernante, Vievola, La Brigue, Saint-Dalmas, Fontan-Saorge, Olivetta, Airole e Bèvera, con un risparmio complessivo di circa venti minuti rispetto agli altri quattro treni circolanti tra Cuneo e Ventimiglia. I due della neve colmano, almeno in parte, una delle maggiori manchevolezze della linea, il ridotto arco di servizio con assenza di corse serali da Cuneo e mattiniere da Ventimiglia.

L’iniziativa ripete quelle analoghe degli anni passati: “Continua il nostro impegno per il rilancio della linea”, ha affermato Francesco Balocco, assessore ai trasporti della Regione Piemonte. Impegno che ai viaggiatori appare limitato. “È un primo passo”, sostiene Elisabetta Anfosso, “ma un treno in più ci andrebbe anche in settimana. Martedì a Cuneo è mercato, fra l’altro. La linea serve. Con tutti i semafori che ci sono il treno dimezza i tempi”. “Dovrebbero esserci sempre le corse in più, tutti i giorni e tutto l’anno”, esorta Marisa Aime. “Continuano a firmare accordi per diminuire i gas di serra… a parole”, osserva Silvia Montevecchi, “di aumentare i treni non se ne parla” che per periodi assai brevi.

Una politica di perentorio incremento del servizio ferroviario non è, in effetti, nelle corde della Regione Piemonte. Il bilancio per il trasporto pubblico (inclusi dunque anche i bus) è fermo: 533 milioni di euro nel 2016, 530 milioni nel 2017 e nel 2018, 535 milioni per i tre anni a venire come previsto dagli indirizzi per il Programma 2019-2021 approvati dalla giunta regionale il 14 dicembre. 

La notizia, tuttavia, pure merita altra considerazione se solo si ricordano i tagli della precedente giunta di Roberto Cota. Altro che treni della neve: il presidente leghista sospese sine die, e dunque impedì la circolazione su dodici linee, equivalenti a oltre il 24 per cento della rete Rfi piemontese, su cui viaggiavano più di seimila passeggeri ogni giorno. Adesso ci si accontenta di ciò che passa il convento, che almeno qualcosa passa: tra Saluzzo e Savigliano, con timidezza, il servizio riprende. Così anche la prossima primavera tra Casale e Mortara. Oltre, appunto, alle stagionali corse di rinforzo.

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