Cuneo – “Le fondazioni bancarie non possono sotituirsi al pubblico e neppure alle risorse pubbliche ma possono essere un antidoto alla crisi del welfare. I soldi non è vero che non ci sono, sono 70 miliardi di euro che stanno a Roma e che vengono usati nel sistema italiano soprattutto per la previdenza e non per il sociale e per lo sviluppo di comunità”.
Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, l’associazione delle casse di risparmio italiane e della Fondazione Cariplo, ha le idee chiaro in proposito. E lo ha ribadito a Cuneo ieri durante la presentazione della prima fusione tra Fondazioni in Italia quella tra Fondazione Cr Cuneo e Cr Bra.
“La lotta alla povertà, alla disoccupazione giovanile, alle situazioni di fragilità devono essere messe le prime iniziative del governo, degli enti locali – continua Guzzetti – e delle nostre Fondazioni. Dobbiamo fare la nostra parte sapendo che non possiamo sostituirci. Insieme al terzo settore, al volontariato che in Italia ha una presenza molto forte cerchiamo di ridurre il disagio. I nostri interventi devono avere tre priorità: poveri, volontariato, anziani e giovani. E dobbiamo contribuire a riprogettare il sistema del welfare italiano con tre parole chiave devono essere: comunità, innovazione, coesione sociale”.
Guzzetti cita poi le cifre della piaga italiana della povertà educativa infantile: l’Istat ha appena attestato che oggi ci sono 1.200.000 bambini poveri in Italia. E ribadisce: “Come Fondazioni abbiamno l’obbligo di considerare questo prioritario, abbiamo insieme pensato a un piano triennale per tirare fuori dalla povertà 400 mila bambini e questo deve essere il nostro sforzo”.