Cuneo – Tre amiche cuneesi hanno partecipato alla “100 km del Sahara”: una corsa in ambiente desertico, che ha in sé tutti gli ingredienti necessari per esercitare il fascino dell’estremo ed esaltare lo spirito di competizione. Arrivare fino alla fine è una sfida sportiva impegnativa. Cristiana Lo Nigro (biologa del Santa Croce), Daniela Rubini (infermiera nello stesso Ospedale) e Monica Sartore (ristoratrice a Manta) l’hanno affrontata con un’ulteriore sfida da raggiungere: hanno scelto di correre per il Sud Sudan, una terra dagli orizzonti infiniti, dove la vita è preziosa ed effimera.
Hanno corso per gli “ultimi”, quelli che ogni giorno combattono contro la fame, le malattie, le violenze di ogni genere, e sono costretti a vivere in condizioni che hanno poco di umano. Hanno vinto la loro sfida sportiva arrivando fino in fondo con ottimi risultati, ma la loro sfida solidale è ancora aperta e anche noi possiamo contribuire! Cristiana Lo Nigro racconta: “Ho deciso di partecipare alla 100 Km nel deserto tunisino spinta dal bisogno di scoprire risorse sopite, voglia di mettermi alla prova, verificare corpo e psiche in situazioni limite, in cui puoi contare solo su te stessa… Soprattutto per raggiungere un obiettivo di solidarietà: raccogliere fondi per il Comitato collaborazione medica (Ccm), attraverso la “Rete del dono”. Il deserto del Sahara mi ha accolto e mi ha concesso di respirare la sua magia, di incamerare emozioni e sensazioni indescrivibili: spettacoli grandiosi, spazi immensi, il sole che batte forte su dune di sabbia leggera, meraviglia, forse terrore dell’infinito, il dilatarsi del tempo, l’infinito presente di ogni istante. E l’intensità dei colori, l’azzurro del cielo, le folate del vento che ti vanno volare, i silenzi infiniti. Un mare di sabbia che ti sfiora il viso e si infila ovunque, abiti, scarpe e calze comprese.
E ancora: i chilometri di sabbia in notturna, le chiacchiere attorno al fuoco, la condivisione delle esperienze con le persone che ho incontrato, il sonno che ti ristora sotto le tende berbere. Giorni intensi ricolmi di vita, che non potrò dimenticare. Idealmente hanno corso con noi gli ultimi, quelli che ogni giorno combattono contro fame, malattie, violenze e soprusi di ogni genere. Quelli tra i quali ritornerò a novembre, in Sud Sudan, paese lacerato dalla più lunga e cruenta guerra africana, responsabile di arretratezza e povertà senza pari, che si ripercuote soprattutto sui più deboli, sulle mamme e sui bambini”. La ristoratrice Monica Sartore di Manta: “Un’esperienza indimenticabile! Una grande fatica ripagata dal senso di infinito e di libertà che il deserto ti regala. La gara è stata lunga, dura, faticosa ma il nostro impegno era di portarla a termine per una giusta causa. E così è stato! Siamo tutte e tre molto soddisfatte!”. Daniela Rubini: “Ho partecipato in qualità di camminatrice con la mia disciplina, il “nordic walking”. Esperienza che non dimenticherò! Mi porto nel cuore tutto ciò che ho visto e sperimentato e soprattutto le persone. Tutte le persone che ho incontrato, dai partecipanti allo staff, sono state speciali. Un clima di grande solidarietà e accoglienza non mi ha fatto sentire la mancanza del mio gruppo di camminatori. Ho partecipato alla competizione a ridosso di un importante infortunio. Temevo molto la difficoltà della sabbia e delle dune. Ma la carica è l’energia che si respirava mi ha fatto dimenticare il mio limite momentaneo e tutto è andato bene. Monica e Cristiana sono state straordinarie. Sono orgogliosa soprattutto per la causa umanitaria per la quale abbiamo dedicato le fatiche di questa meravigliosa esperienza. Grazie di cuore a tutti!”.