Cuneo – I lupi preferiscono la Granda: sono 109, oltre la metà di quelli dell’intero Piemonte (195), un terzo della popolazione dell’arco alpino (293). Suddivisi in 19 branchi e una coppia, vivono in tutte le vallate cuneesi. Aree montane dove la densità dei branchi – mediamente di cinque animali – ha quasi ovunque raggiunto il suo limite naturale perché quella del lupo è una popolazione che si autoregola. E così, come un contenitore pieno che non può più contenere un liquido deborda, la presenza del lupo ha interessato anche le aree pedemontane e quelle collinari verso la pianura. A fronte dell’espansione territoriale la popolazione lupina cuneese registra un rallentamento del ritmo di crescita. In meno di 20 anni, nella Granda, si è passati da due branchi riproduttivi e una quindicina d’individui (1999) a 17 branchi e tre coppie nel 2015-16, mentre dopo due anni, nell’ultimo monitoraggio, sono stati censiti due branchi in più e una sola coppia (complessivamente si stima una crescita di 8 lupi). Dati che confermerebbero che la popolazione della provincia di Cuneo, come anche in quella di Torino, si sta stabilizzando, mentre l’espansione continua verso il nord del Piemonte e il resto delle Alpi.
Sono alcune delle informazioni raccolte nell’ultimo report scientifico del Life WolfAlps (scaricabile dal sito di progetto). Il progetto europeo coordinato dalle Aree Protette Alpi Marittime, appena terminato dopo cinque anni di ricerca e interventi a favore della convivenza tra il lupo e le attività economiche tradizionali, aggiorna al 2017-18 la presenza del predatore sull’arco alpino.
Il perché i lupi preferiscono la Granda, lo spiega Francesca Marucco, coordinatrice scientifica del WolfAlps, scrivendo sul report: “Le Alpi Liguri-Marittime sono il primo settore delle Alpi, dove il lupo ha fatto ritorno, forse perché si trovano in un punto strategico per l’arrivo naturale dei lupi provenienti dagli Appennini, o forse perché sono un luogo di elevata ricchezza ambientale. Infatti, le prime aree scelte dalla specie corrispondono in genere a zone ricche di ungulati e foreste su larga scala”.