Cuneo – Il ministro dia risposte chiare e faccia ripartire i lavori dell’autostrada Asti-Cuneo altrimenti i parlamentarti, i sindaci e i rappresentanti del sistema economico locale daranno vita ad azioni eclatanti, a partire dall’occupazione della Prefettura, come vent’anni fa.
C’è un fronte comune bipartisan da parte delle forze di centrodestra e centrosinistra della provincia sulla conclusione della Asti-Cuneo, che si è riunito a Cherasco, chiamato a raccolta dall’eurodeputato Alberto Cirio e dal senatore Marco Perosino. Hanno raccolto più di quaranta sindaci e al loro fianco anche l’assessore ai trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco, il vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Franco Graglia, il presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna, il senatore Mino Taricco, il sindaco di Cherasco, Claudio Bogetti, coordinatore del Comitato locale per il monitoraggio dell’Asti-Cuneo, tutti seduti al tavolo ma tra il pubblico anche il senatore Massimo Berutti, le deputate Chiara Gribaudo e Monica Ciaburro.
“Ci aspettiamo il supporto dei parlamentari per avere garanzie chiare dal Ministro e, fino ad allora, manterremo lo stato di mobilitazione generale del territorio – spiega l’eurodeputato Alberto Cirio -. Se non avremo risposte certe siamo pronti ad azioni eclatanti come fatto 20 anni fa, quando venne occupata la Prefettura di Cuneo. Da decenni paghiamo in silenzio, ma ora il tempo del silenzio è finito. C’è il progetto, ci sono le risorse, si vada avanti una volta per tutte e si dia a questa terra l’autostrada che aspetta da più di 30 anni”.
Per trovare le risorse necessarie ad ultimare l’Asti-Cuneo, circa 350 milioni di euro, l’ex ministro di Renzi, Graziano Delrio aveva infatti sottoposto all’esame della Commissione Ue una operazione di cross-financing, ovvero una proroga quadriennale della concessione sulla Torino-Milano in cambio di investimenti infrastrutturali da parte del Gruppo Gavio (gestore sia della A4 Torino-Milano che della A33 Asti-Cuneo. L’ipotesi, inserita nel dossier italiano sulle autostrade, aveva ottenuto a fine aprile il via libera ufficiale da Bruxelles. Un ok dell’Europa che sembrava poter condurre finalmente alla realizzazione dell’opera, ma che adesso, di fronte a un futuro nuovamente incerto, vede il territorio schierarsi in modo unitario.
“Dai colloqui avuti finora con il Ministero pensavamo di essere finalmente in dirittura di arrivo, mentre adesso in pochi giorni è cambiato nuovamente tutto – aggiunge il senatore Marco Perosino -. Significa azzerare il lavoro di anni e perdere un’occasione che potrebbe non ripetersi mai più. Non siamo disposti ad accettarlo e siamo pronti a mettere le bandiere dei nostri comuni a mezz’asta e a forme di occupazione pacifica, per rivendicare un’infrastruttura che è un diritto di questo territorio”.
“Il ministro chiarisca cosa vuole fare, se vuole rimettere in discussione il completamento dell’opera, attesa da oltre 30 anni e su cui nei mesi scorsi anche l’Unione europea aveva dato il proprio via libera – ha detto il presidente della Provincia Federico Borgna -. Altre strade non sono percorribili , perché se si fa saltare l’accordo si rischia di perdere definitivamente l’opera e i 350 milioni di euro garantiti dal concessionario per il lotto 2.6. Una superstrada a scorrimento veloce non avrebbe oggi i fondi necessari per essere realizzata. Ognuno garantisca il rispetto dei ruoli istituzionali altrimenti percorreremo tutte le strade istituzionali a noi consentite coinvolgendo un ampio territorio, perché questa è una partita di tutto il Nord Ovest”
E all’incontro oltre ad aderire alla raccolta firme lanciata dalla Regione Piemonte, è stato siglato un documento che verrà inviato a tutti i membri della Commissione Trasporti, in vista dell’audizione alla Camera del ministro Toninelli, in programma la prossima settimana. E inoltre si è parlato di come istituzionalmente fare fronte comune: lettere protocollate al ministero, ordini del giorno nelle sedute di Consigli comunali e regionale, raccolte firme, Tricolore a mezz’asta in segno di lutto nei municipi, occupazione della Prefettura.