Dronero – “Con la nuova legge sulle intercettazioni, questo caso non avrebbe trovato soluzione”, ha detto il Procuratore Gabriella Biglione (al centro nella foto) a margine della presentazione dell’indagine sull’operazione “Trasferta”, condotta dalla Squadra Mobile della Questura e dalla Compagnia Carabinieri di Cuneo, che hanno operato in piena sinergia per individuare e arrestare quattro persone coinvolte in una tentata rapina aggravata in banca e in una tentata rapina in gioielleria.
I due episodi erano avvenuti nei mesi scorsi a Dronero, il 15 febbraio alla filiale Unicredit e in marzo in una gioielleria. Dopo il primo fatto, Polizia e Carabinieri collegarono l’accaduto con una precedente indagine, legata a stupefacenti. In una delle intercettazioni telefoniche, il soggetto parlava di “qualcosa da fare” a Dronero, per poi “passare una bella estate”.
Nei mesi successivi non avvenne nulla, ma il fatto di febbraio ha fatto scattare qualche “lampadina” e messo gli inquirenti sulla pista che poi si è rivelata esatta: l’individuo, di origini siciliane e trasferitosi a Dronero, aveva parlato più volte con un cugino a Palermo, che l’aveva poi messo in contatto con altri due soggetti. I quattro, tra 40 e 50 anni, avevano tutti precedenti penali, non avevano occupazioni stabili e appartenevano ad ambienti criminali (non collegati, però, al crimine organizzato).
Il basista in Granda aveva organizzato tutto per coloro che avrebbero commesso materialmente la rapina, dal viaggio (in barca da Palermo a Genova) all’ospitalità nel dronerese; aveva anche recuperato e fornito la pistola, che nel linguaggio delle intercettazioni era indicata tra “i giocattoli per bambini da far usare ad adulti”.
Il giorno del colpo, però, qualcosa era andato storto: i due “trasfertisti” erano entrati nell’istituto di credito con il volto parzialmente coperto, uno dei due aveva anche estratto una pistola intimando di consegnare tutto il denaro contante, ma l’apertura della cassaforte era temporizzata e, poco dopo, l’ingresso di un cliente aveva fatto desistere i due, che erano fuggiti.
Da quel fatto erano state avviate le indagini, che hanno poi portato all’individuazione dei quattro e a ricostruirne con certezza gli spostamenti e le responsabilità: per il basista dronerese e per uno dei palermitani in trasferta (fermato dopo la tentata rapina in gioielleria, sempre a Dronero) si sono aperte le porte del carcere di Cuneo, mentre gli altri due sono stati presi a Palermo da Carabinieri e Polizia di quella città.