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Domenica 22 dicembre 2024

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Volantinaggio, azienda cuneese nei guai: la Cgil sostiene i lavoratori

L'organizzazione sindacale sostiene le persone coinvolte nella vicenda Direkta srl, accusata di bancarotta fraudolenta documentale

La Guida - Volantinaggio, azienda cuneese nei guai: la Cgil sostiene i lavoratori

Cuneo – La Cgil provinciale, con la sua sigla Filt (Federazione italiana lavoratori trasporti), ribadisce la propria vicinanza alle persone che lavorano e ai loro problemi; in particolare, in vista di un appuntamento giudiziario previsto per domani (venerdì 11 maggio), che riguarda un’azienda di volantinaggio porta a porta con sede a Cuneo, accusata di bancarotta fraudolenta documentale.
Ecco il testo della nota diffusa oggi dall’organizzazione sindacale a sostegno delle persone coinvolte.
“Venerdì 11 maggio, in tribunale a Cuneo, ci sarà l’udienza preliminare del processo in cui l’imprenditore Mirko Provenzano è imputato per bancarotta fraudolenta documentale della società che amministrava, la Direkta srl, con sede in via Amedeo Rossi 25, a Cuneo. L’impresa, che nella sua ragione sociale prevedeva molte attività, dalla pubblicità per privati e enti pubblici al volantinaggio, dal noleggio di auto alla diffusione di libri, venne dichiarata fallita a maggio del 2014.
Dal 2015 le attività sono proseguite con la creazione di innumerevoli cooperative-spurie nel territorio piemontese che si occupavano di volantinaggio “door to door”, società riconducibili agli stessi personaggi che gravitavano attorno alla Direkta srl e allo stesso Mirko Provenzano.
Piccola storia.
Nel mese di aprile 2015 la Filt Cgil di Cuneo iniziò ad occuparsi delle problematiche nel settore del volantinaggio “door to door”, costituito in maggioranza da cooperative che operano con contratti di appalto da agenzie specializzate o direttamente da aziende della grande distribuzione. Concorrenza spietata e offerte al ribasso sono le caratteristiche di questi appalti senza controllo, la ripercussione sulle paghe e sui diritti dei lavoratori interessati sono la conseguenza diretta perché si tratta di contratti part time di 3 ore giornaliere per 5 giorni (impegno/lavoro molto più lungo), paga giornaliera di 35 euro totale, ovviamente senza tredicesima o quattordicesima, senza ferie né permessi, pochi contributi e senza indennità di malattia/infortuni.
I lavoratori che si sono rivolti al sindacato hanno denunciato la mancanza di rispetto del contratto, la forte discriminazione ai danni degli immigrati, squadre fatte sulla base dei gruppi etnici marocchini, nigeriani, ivoriani, rumeni e italiani, il clima costante di intimidazione per cui è sufficiente che un solo lavoratore della squadra provi ad avanzare richieste o proteste che l’attività del gruppo intero viene fermata per molti giorni.
Dopo l’invio da parte della Filt Cgil di lettere di denuncia e richiesta di rispetto del Ccnl, senza risposta, in data 28 aprile 2015 venne proclamato lo sciopero e attuato un presidio davanti ai cancelli del deposito a cui fece seguito un partecipato incontro in Prefettura con la dirigenza di alcune cooperative locali.
Considerata l’evidente difficoltà a dialogare ed avviare il confronto sindacale, la Filt Cgil decise di rivolgersi alle aziende della grande distribuzione, committenti del lavoro di volantinaggio pubblicitario attraverso la società leader Italia Distribuzioni srl, che, sollecitata a far rispettare il contratto di lavoro alle cooperative alle quali affidava il lavoro in appalto diretto, rispose con l’immediata interruzione dei contratti di appalto. Una decisione che sfociò nello “scioglimento” delle cooperative (probabilmente ricostituitesi con nome e “dirigenza” variata), lettere di licenziamento ai lavoratori, sicuramente a rischio il pagamento delle spettanze di fine rapporto di lavoro.
150 lavoratori licenziati in tutto il Piemonte e nessuna garanzia per un contratto di lavoro regolare.
Dopo un’altra giornata di blocco e presidio si arrivò ad un incontro con Italia Distribuzioni srl, nel quale richiedemmo che venissero bloccati i pagamenti dovuti alle cooperative (non rispettose delle regole contrattuali), che si utilizzassero queste somme per iniziare a recuperare in parte i danni subiti, che si prevedesse la riassunzione dei lavoratori licenziati (come si prevede in cambi di appalto “normali”), in maggioranza stranieri, che vivono con l’ulteriore difficoltà del rinnovo del permesso di soggiorno. Richieste rimaste inascoltate.
Queste le premesse sulle quali la Filt CGIL ha avviato una vertenza, tuttora in atto, affinchè i lavoratori possano recuperare lo spettante e ha contemporaneamente richiesto un incontro con la Direzione della DTL di Torino per sollecitare vigilanza e controllo sulla qualità del lavoro appaltato dalle cooperative del settore.
Continuiamo a sollecitare una risposta alle problematiche di questi lavoratori, rimasti senza attività solo per aver chiesto un minimo rispetto delle regole e sentirsi meno schiavi, per poter avere diritto di parola in un sistema che vuole i lavoratori in assoluto, silenzioso asservimento”.

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