Cuneo – “Tutti voi avete esperienza amministrativa e politica. Per questo abbiamo chiesto di incontrarvi e vi proponiamo di farlo stabilmente per sottoporvi i problemi infrastrutturali della Granda che sono tanti, dal completamento dell’autostrada Cuneo-Asti al cantiere del colle di Tenda, dalla tangenziale di Fossano alle varianti di Cherasco, Demonte e Mondovì, dal completamento dell’ospedale di Verduno al colle della Maddalena. Poi c’è il problema della Provincia: la riforma ha modificato il sistema di governo e sta facendo il suo corso. Ci sono alcuni punti di forza, ma è evidente la gravità del sottofinanziamento dell’ente che deve gestire 3.300 km di strade e circa 80 scuole per un territorio che è più grande della Liguria. Servono fondi adeguati e risorse umane se vogliamo far ripartire il territorio”. Così il presidente della Provincia Federico Borgna ha introdotto l’incontro di martedì 3 aprile nella sede di corso Nizza a Cuneo con i parlamentari eletti nel Cuneese il 4 marzo scorso. Erano presenti i tre senatori Giorgio Bergesio, Mino Taricco e Marco Perosino (che è anche consigliere provinciale) e il deputato Enrico Costa, mentre gli altri quattro colleghi Monica Ciaburro, Fabiana Dadone, Flavio Gastaldi e Chiara Gribaudo sono tornati a Roma per la votazione dei segretari della Camera. Presenti all’incontro anche il vice presidente della Provincia Flavio Manavella e quasi tutti i consiglieri provinciali.
“Siamo pronti a dimenticare la casacca di partito e lavorare insieme – hanno detto i quattro parlamentari – per il bene della nostra provincia e per concludere le opere incompiute che da anni tutti attendono. Sappiamo che servono tempi certi e decisioni rapide, ma anche una profonda revisione del ruolo dell’ente Provincia”.
Entrando nel vivo del dibattito i parlamentari hanno analizzato alcune delle questioni più urgenti.
Enrico Costa: “Tutti noi proveniamo dall’esperienza del Consiglio provinciale che ci ha permesso di conoscere da vicino i problemi della Granda. Le Province devono tornare a recuperare il rapporto diretto con il territorio e non devono essere lasciate sole. E’ poi fondamentale che le grandi opere tanto attese non siano ulteriormente rallentate dai contenziosi, come sta accadendo per il raddoppio del tunnel di Tenda. Questo sarà un tavolo di stimolo per monitorare e rendere trasparenti tutti i passaggi necessari per la realizzazione delle opere”.
Mino Taricco: “Tante volte ci siamo trovati con “pacchetti” già pronti e scelti da altri come per il la localizzazione dell’ospedale di Verduno o il percorso dell’autostrada Asti-Cuneo. Non possiamo ripartire sempre da capo, quindi lavoreremo per concludere le opere. Per l’autostrada c’è l’autorizzazione di Bruxelles per il sistema di finanziamento, così come per il progetto della variante di Demonte inserito nel piano Anas 2018 e quello per la variante di Mondovì l’anno prossimo. Sul Tenda i fondi ci sono, ma c’è il rischio di un lungo contenzioso. Il sistema Province è da ridefinire in senso normativo”.
Marco Perosino è partito dalla sua esperienza (attuale) di consigliere provinciale per evidenziare la necessità di una riforma della legge 56/2014 sulle Province, così da restituire agli enti competenze e finanziamenti adeguati. “Alle Province servono finanziamenti adeguati, risorse umane e progettisti, possibilità di appaltare i avori in tempi brevi. Qualcosa si è mosso e tanti lavori stanno partendo insieme proprio in queste settimane (salita Bergoglio, statale 1 Bra, strada per l’ospedale di Verduno). Dobbiamo essere uniti, lavorare insieme con educazione e conoscenza dei problemi”.
Giorgio Bergesio: “Chiediamo un dossier dettagliato sulle criticità della Granda, in modo da poterci muovere in maniera mirata. Ci sono problemi aperti importanti come la tangenziale di Fossano e la già citata autostrada Asti-Cuneo. Questo terruitorio ha bisogno di una revisione generale della viabilità, anche di quella ordinaria e vanno rivisti i finanziamenti alle Province, per strade, scuole e ambiente sul quale la Provincia è il primo interlocutore. Occorre un momento di condivisione”.
Al termine il vice presidente Manavella ha ricordato come servano decisioni veloci perché lo stop alle Province è costato un ritardo di 5-6 anni sulle opere. “Accogliamo la proposta affinchè questo incontro con i parlamentari non sia sporadico – ha concluso Borgna – I cittadini si sentono parte di una comunità se vedono la presenza dello Stato tramite Comuni e Provincia nella realtà, a cominciare dalle piccole cose”.