Castelmagno – Con il voto favorevole di 7 consiglieri su 10, un astenuto e 2 contrari è passata la mozione di sfiducia presentata contro il sindaco Piergiorgio Donadio.
Se ne è discusso oggi, sabato 20 gennaio durante il Consiglio comunale, l’ultimo prima di essere dichiarato decaduto e di passare sotto l’autorità della Prefettura.
“Pare essersi costituita una coalizione tra minoranza e una parte della maggioranza senza che in realtà sia stato formalizzato un passaggio ufficiale dall’uno all’altro gruppo. In secondo ordine mi domando come la minoranza, dichiaratasi sostanzialmente in disaccordo col programma, improvvisamente e senza aver proposto interpellanze per conoscere lo stato di avanzamento dell’attuazione del medesimo, contesti che lo disattendo. La mozione mi sembra un capzioso tentativo di addossare al sindaco colpe che non gli competono”. Ha dichiarato il sindaco Piergiorgio Donadio prima di aprire la discussione che aveva come unico punto all’ordine del giorno la mozione di sfiducia presentata a fine dicembre da sei consiglieri che contestano al primo cittadino di aver disatteso il programma politico e amministrativo presentato durante la campagna elettorale.
“La mancanza ha trovato riscontro nella discussione dei firmatari della mozione e da diverse lamentele ricevute dai cittadini. I punti del suo programma elettorale sono stati gradualmente inattesi” ha riposto il capogruppo della minoranza Ivanoe Lai.
Tra i punti contestati: la mancanza dei colloqui promessi con i cittadini, i problemi con gli alpeggi, la mancata presenza in paese (sollevata in particolare dal vicesindaco Claudio Donadio e dall’assessore Bruno Isoardi), i problemi legati all’affidamento dei lavori per lo sgombero neve e alla riduzione dei contributi sul traporto alunni.
“Si contrappongono due modi di vedere l’amministrazione comunale che vede da una parte i fautori dell’abbiamo sempre fatto così e dall’altra la volontà di tenere il passo e di prepararsi all’evoluzione – ha sottolineato Donadio -. Si magnificano le doti dei miei predecessori che battevano i pugni e sbraitavano in Comunità Montana per portare a casa la milionata che alla fine dei conti non risolveva alcuno dei problemi del paese. Io non ho e non avrò mai quello stile sono così, voglio essere un interlocutore credibile. Il modo di amministrare cui ancora si tende è obsoleto e arcaico, dove le regole si aggirano confidando sulla poca attenzione che viene riservata a un piccolo comune. Non è questo ciò cui pensava chi mi ha votato, tutti qui sappiamo che il nocciolo della questione è puramente economico”.
Ad infiammare la discussione sono state principalmente le modifiche al Regolamento dei pascoli (già alla base delle dimissioni presentate e poi ritirate nel 2016) e il contributo che l’Unione eroga al Comune per il trasporto alunni ridotto da 6 mila euro, cifra che era stata concessa negli ultimi cinque anni, ai 4.300 euro del 2017.
“Il trasporto alunni era un punto prioritario del mio programma e non l’ho cancellato, i bambini sono il futuro di Castelmagno, ma 13 mila euro l’anno totali sono eccessivamente onoresi se rapportati alle possibilità dell’Ente – ha riposto il sindaco -. Io non ho partecipato alla riunione dell’Unione in cui si discuteva del punto, forse ero in ferie, in questo caso però qualcuno avrebbe potuto andare al posto mio”.
La discussione si è conclusa con la votazione, a cui non ha partecipato il sindaco, uscito dalla sala. Favorevoli alla mozione sono stati i consiglieri Lai, Scuteri, Giusti, Rignon, Isoardi, Donadio e Martini; astenuta Arneodo; contrari Amedeo e Isoardo.
Da oggi Castelmagno rimane quindi in attesa di un Commissario che sarà nominato entro dieci giorni, mentre per le elezioni si dovrà aspettare fine maggio.