Cuneo – Nell’attesa che le piogge tornino e portino con sé i funghi, anche sul nostro territorio, dalla Provincia viene ricordata la normativa relativa alla raccolta di questi “frutti dell’autunno”. Per raccogliere funghi (a eccezione di quelli a raccolta libera, elencati più avanti), occorre munirsi del “titolo per la raccolta”, con validità giornaliera, settimanale, annuale, biennale o triennale, con costi stabiliti dalla Regione; per i residenti in Comuni montani, costo ridotto sul loro territorio; gratuito per persone con meno di 14 anni (due al massimo, accompagnate da maggiorenne con titolo valido). Il “titolo” è costituito dal versamento di una quota su conto corrente postale o con bonifico bancario a una delle Unioni montane o a uno degli enti regionali di gestione delle aree protette. Si può effettuare la raccolta tutti i giorni, in orario diurno e con un limite massimo di tre chili al giorno. Niente plastica, occorre utilizzare contenitori idonei a consentire la diffusione delle spore nei territori circostanti; inoltre non si possono usare rastrelli, uncini o altri mezzi che possono danneggiare suolo e apparato radicale del fungo. Divieto di raccolta, poi, anche con titolo per la raccolta regionale, in certe zone: nei castagneti coltivati, pascolati o falciati e tenuti regolarmente sgombri da cespugli invadenti; nei giardini e nei terreni di pertinenza degli immobili a uso abitativo; nelle aree protette, in quelle interdette per motivi selvicolturali e in quelle di particolare pregio naturalistico e scientifico. Ecco quali sono i costi: per la validità annuale 30 euro, biennale 60 euro, triennale 90; per la raccolta giornaliera 5 euro, settimanale 10 euro, con validità per tutto il territorio regionale. La ricevuta del versamento, con documento di identità, deve essere mostrata in caso di richiesta del personale addetto alla vigilanza (guardie provinciali, Carabinieri forestali, guardie volontarie ecologiche, altri agenti della forza pubblica). Sono invece “a raccolta libera” (cioè non occorre pagare l’autorizzazione, ma valgono comunque tutte le regole di raccolta e rispetto dell’ambiente) queste specie fungine: chiodini o famigliola buona (Armillariella mellea), prataioli (Agaricus campestris, Agaricus macrosporus), Morchella, gambe secche (Marasmius oreades), orecchione (Pleurotus ostreatus), coprino chiomato (Coprinus comatus) e mazza di tamburo (Macrolepiota procera).Accanto alla normativa, comunque, una regola non deve mai venire meno: l’attenzione per quello che si raccoglie, e quindi in caso di dubbi sulla commestibilità dei funghi occorre rivolgersi alla consulenza gratuita degli ispettorati micologici presso l’Asl (informazioni anche sul sito della Provincia). Se non si rispettano le norme, si rischia una multa; ma se non si conosce la natura, si rischia molto di più…