Torino – Dall’indagine risulta che il 46,3% degli edifici scolastici del Piemonte necessitano di interventi di manutenzione urgente, nonostante nel 61,3% delle scuole si siano realizzati interventi negli ultimi 5 anni. Tutte le città piemontesi partecipano all’indagine di Legambiente piazzandosi tra le prime 50 in graduatoria: Verbania e Biella al 9º e 10º posto, Torino al 16º, prima tra le grandi città, Asti al 27º, Cuneo al 36º, Alessandria al 37º, Vercelli al 46º e Novara al 47º. Vetusto il patrimonio immobiliare degli edifici scolastici del Piemonte: il 76,1% degli edifici è stato costruito prima della legge antisismica del ’74 con destinazione d’uso non solo come scuole (81,6%), ma anche alcuni edifici storici (16,7%), abitazioni (0,9%) e caserme (0,2%). Solo lo 0,4% è stato costruito secondo i criteri della bioedilizia e l’1,2% con criteri antisismici. Il 2,4% degli edifici ha avuto la verifica di vulnerabilità sismica a fronte del 31% della media nazionale, un dato che si accompagna a quello relativo alla percentuale di edifici che hanno bisogno di manutenzione urgente che sono ancora il 46,3% a fronte del 39,4% della media nazionale. In più va preso in considerazione il fatto che solo nel 6,2% degli edifici sono state effettuate le indagini diagnostiche dei solai, mentre solo il 2,5% ha avuto interventi di messa in sicurezza. Il 61,3% delle scuole piemontesi (ben al di sopra della media nazionale che è del 46%) ha goduto negli ultimi anni di interventi di manutenzione straordinaria: 25.442 euro di media per singolo edificio nel 2015 e negli ultimi 5 anni 27.198 euro. Torino e Novara sono le amministrazioni che hanno investito di più. Buona è la situazione delle certificazioni cui sono dotate le scuole: collaudo statico (57,6%), idoneità statica (52,7%), agibilità (73,3%) e quella igienco-sanitaria (86,4%), più bassa rimane la percentuale della certificazione di prevenzione incendi, il 28,5% a fronte del 42% della media nazionale. Passando in rassegna anche i servizi e le buone pratiche delle scuole piemontesi si scopre che il 6,4% dei plessi è servito dal pedibus, l’89,2% ha mense in cui sono serviti pasti bio e prodotti a qualità controllata, l’83,3% delle mense privilegia prodotti a km0, il 76,7% delle scuole utilizza fonti di illuminazione a basso consumo, mentre invece risulta scarso l’utilizzo di fonti rinnovabili fermo al 7,9%.