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Venerdì 26 aprile 2024

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Scuole paritarie discriminate per gli insegnanti di sostegno

La Guida - Scuole paritarie discriminate per gli insegnanti di sostegno

Cuneo – Per le scuole pubblico – statali oggi lo Stato si fa carico, in toto, del costo del personale docente di sostegno, assegnando, a seconda della gravità dell’handicap, un monte ore di presenza del docente in classe. Per le scuole dell’infanzia paritarie l’intervento pubblico è, per così dire, irrisorio”, è in sintesi il contenuto di una lettera che Michele Baudino, presidente provinciale della Fism (Federazione italiana scuole materne) ha inviato ai parlamentari cuneesi. “Infatti le nostre scuole paritarie – prosegue la lettera -, che svolgono un servizio pubblico nel sistema scolastico nazionale e che sono riconosciute dalla legge 62/2000, sono obbligate ad accogliere bambini/e con disabilità (questo obbligo è anche morale, in quanto scuole cattoliche). In presenza di portatori di handicap, giustamente, il numero massimo di alunni per classe deve ridursi, assicurando all’alunno disabile un ambiente sereno e un’attenzione particolare ai suoi bisogni; tutto ciò determina un aggravio dei costi per i gestori. Inoltre, nel rispetto delle disposizioni di legge, il gestore provvede a incaricare insegnanti in possesso di apposito titolo di studio per un monte ore settimanale definito in base alla gravità del caso. A differenza di quanto avviene per la scuola pubblico-statale, in cui lo Stato si fa carico dei costi del personale, nelle nostre realtà scolastiche vengono destinate risorse economiche insufficienti: nell’anno scolastico 2011/12 sono stati erogati 2.626,67 euro per ogni bambino che necessitava di sostegno; nel 2012/13 il contributo è stato di 2.616 euro; l’anno dopo 3.115 euro; nel 2014/15 abbiamo ricevuto la “ridicola” somma di 350 euro per alunno disabile. Ho letto, in questi giorni su “Repubblica”, che il governo si appresta, attraverso la predisposizione di un decreto legislativo, ad affrontare il grande tema della ‘disabilità’ presente in molte realtà scolastiche attraverso una riforma complessiva del servizio alle persone svantaggiate, ‘garantendo l’inclusione, non creando disparità di trattamento né tra le persone né tra i territori’. Queste sono parole importanti e da noi tutti condivise, ma vorremmo anche che questa enunciazione si declinasse nella realtà affinché non si creino disparità tra i soggetti erogatori del servizio di scuola dell’infanzia nel sistema scolastico nazionale”. “Per questo – conclude Baudino – a nome dei gestori e delle famiglie degli oltre 5.000 alunni che ogni giorno frequentano le nostre scuole dell’infanzia, vi chiedo cortesemente di impegnarvi affinché in questo nuovo decreto legge venga sanata questa anomala situazione. Chiediamo che vengano riservate anche per queste realtà le stesse risorse economiche messe a disposizione per la scuola pubblico-statale”.

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