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Giovedì 19 settembre 2024

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Visto con voi: “Gl’innamorati” di Goldoni a Saluzzo

La Guida - Visto con voi: “Gl’innamorati” di Goldoni a Saluzzo

Saluzzo – Finita la stagione teatrale del Toselli (e degli altri teatri in provincia), a Cuneo e dintorni è il momento d’oro del teatro amatoriale: le compagnie non professioniste, i laboratori scolastici e le scuole di teatro presentano i loro spettacoli spesso e volentieri proprio tra maggio e giugno. E’ andato in scena, infatti, mercoledì 25 maggio, al Teatro Politeama di Saluzzo, il nuovo lavoro di un gruppo conosciuto non solo nell’ex capitale del Marchesato per la cura delle sue messinscene, ovvero Teatro Prosa Saluzzo – Compagnia Vittorio Abbà. Dopo il Boccaccio dell’anno scorso (“Boccaccio al 3%”), gli attori della formazione – questa volta diretti da una di loro, Luisa Donalisio – tornano a Carlo Goldoni con cui si cimentarono già nel 2003: se allora, però, il testo scelto era un super-classico (“La locandiera”), questa volta hanno preferito una commedia meno conosciuta e piuttosto anomala del drammaturgo veneziano, “Gl’innamorati”.  Scritta nel 1759 a Bologna e ambientata a Milano, vede come protagonista assoluta Eugenia, una ragazza rosa dal dubbio che il fidanzato Fulgenzio sia coinvolto – contro ogni evidenza – in un’improbabile tresca con la cognata Clorinda, affidatagli dal fratello in viaggio. Una gelosia irrazionale e patologica che, come dice lo stesso Goldoni, “intorbida il bel sereno, e fa nascer le tempeste anche in mezzo alla calma”, tanto che l’agognato lieto fine sarà comunque il frutto di dolore e di drammi non facilmente cancellabili. A interpretare il ruolo di Eugenia era la sorprendente Valeria Cardetti, una “new entry” proveniente da un’altra compagnia di Saluzzo (Primo Atto), che ha reso in modo efficace sia nella voce, sia nella mimica facciale e nella gestualità, questo personaggio tanto irritante quanto intrigante, incapace di controllare i propri sentimenti e le proprie paure, pronto a rinunciare a tutto, quasi masochisticamente, per colpa di una visione dell’amore incompatibile con l’idea stessa di compromesso. A cercare inutilmente di spingere Eugenia verso un pragmatico realismo, è la sorella Flamminia, vedova disincantata, recitata da una veterana di Teatro Prosa Saluzzo, la come sempre ineccepibile Donatella Percoco, qua in una delle sue performance più riuscite.  I battibecchi tra le due con cui è iniziato lo spettacolo erano davvero straordinari, di un’efficacia rara in formazioni non professioniste. Piuttosto convincente era anche Alberto Decostanzi, nel ruolo di Fulgenzio, da lui interpretato con lo scoramento di chi non riesce a comprendere il perché di una situazione tanto ingiusta quanto insensata.  Forse un po’ troppo sopra le righe, invece, appariva un altro pilastro del gruppo, Giorgio Berardo, alle prese però con un ruolo effettivamente eccessivo: Fabrizio, il vanaglorioso zio delle due donne, dilapidatore delle fortune familiari per soddisfare le proprie velleità di improbabile collezionista d’arte. Attorno ai quattro, vi erano Mauro Taba (nella parte di Roberto, gentiluomo interessato ad impalmare Eugenia e a sfruttare – comunque con garbo – il conflitto tra i due innamorati), Luca Bertero (nel ruolo di Ridolfo, amico di Fulgenzio, oggetto infastidito delle brame non ricambiate di Flamminia) , Nicoletta Galvagno (l’incolpevole cognata), Gabriella Pereyra (che ha reso particolarmente vivace il personaggio della cameriera Lisetta) e i due giovanissimi Enrico Marzano e Davide Mogna, servitori coinvolti loro malgrado nelle vicende dei loro padroni. Un gruppo di attori non completamente omogeneo, com’è ovvio che sia in una formazione amatoriale, ma che Luisa Donalisio ha diretto in modo incisivo, dando ritmo al tutto ed evitando tempi morti. Belli, infine, i costumi che hanno dato colore alla scena spoglia e – ad essere sinceri – un po’ squallida del Politeama, di cui ovviamente la compagnia non è certo colpevole.Uno spettacolo da vedere, magari quest’estate nella replica all’aperto all’ex Caserma Musso, sempre a Saluzzo.

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