Quando l’applaudivano, papa Luciani commentava: “Voi credete che l’asinello cavalcato da Gesù mentre entrava in Gerusalemme tra gli “osanna” potesse pensare che questa accoglienza fosse rivolta a lui? Ecco, Papa e Vescovi tengono fede alla loro missione se sanno essere quell’asinello che fa vedere il Protagonista”. Era saggio quell’asino. L’uomo invece regredisce a meno saggia asinità quando si crede, lui ditino, di essere la luna; o si illude, piccola rana, di gareggiare col bove; o quando gracchia e si ritiene un usignolo; o dice delle asinate da brivido, o si pavoneggia come una mosca cocchiera; per non dire di chi o sputa sentenze come un grillo parlante o tira calci come un mulo. Che bell’assortimento di bestie asinine, riconoscibili anche se tentano di nascondersi dietro il paravento di un titolo onorifico o di una carica di prestigio! Grazie, umile asinello, che portando in groppa il Messia, ridicolizzi il narcisismo e la grandeur dei papaveri, e ci indichi tacitamente la luna, anzi il Sole, che ti porti in groppa più bellu e radiante di messor lo frate sole.