Cuneo – Aveva rubato la carta di credito al parroco del Cuore Immacolato e con questa aveva fatto 57 acquisti tra cibo e abbigliamento per un totale di 1.358 euro: con l’accusa di furto e utilizzo indebito di strumenti di pagamento è stato processato al tribunale di Cuneo M. C., 48enne nato a Civitavecchia e senza fissa dimora, che nell’aprile 2021 era stato accolto proprio nella parrocchia del Cuore Immacolato dove svolgeva alcuni lavori. L’uomo aveva accesso anche all’auto del parroco, dalla quale il 29 aprile prelevò la carta di credito con cui per alcuni giorni fece spese in città. Quando il sacerdote se ne accorse sporse denuncia; tra gli acquisti risultava anche una spesa di 609 euro nel negozio di abbigliamento Atipici, dove effettivamente M. C. si era recato ai primi di maggio insieme a una donna e al figlio di lei per comprare vari capi di abbigliamento per tutti e tre.
La carta era una contactless e quindi le commesse non potevano rilevare alcuna irregolarità, ma poi la responsabile venne chiamata dai Carabinieri per fornire indicazioni sull’uomo che aveva fatto quell’acquisto così rilevante: “Dopo quella prima volta, quel signore tornò dopo qualche giorno per chiedere lo scontrino dell’acquisto che, così ci ha detto, gli serviva per la dichiarazione dei redditi. Mi sembrò strano e avvisai subito il Carabiniere di quartiere mentre una mia collega lo seguiva fuori dal negozio riprendendolo con il cellulare”, ha dichiarato la donna in aula.
Allertati i Carabinieri del Reparto Operativo, l’uomo fu trovato poco dopo e condotto in caserma, spontaneamente consegnò la carta di credito e lo scontrino del negozio, fornendo anche una sua versione dei fatti. In base alla riforma del processo penale da poco entrata in vigore, in mancanza della conferma della querela sporta all’epoca dal parroco, l’accusa ha chiesto di non doversi procedere in merito all’accusa di furto, mentre per il reato di utilizzo indebito di strumento di pagamento, procedibile d’ufficio, l’accusa ha chiesto per M. C. la pena di nove mesi e 600 euro di multa, richiesta che la difesa ha chiesto di poter contenere entro i minimi della pena dal momento che l’uomo aveva fatto quegli acquisti non solo per sé ma anche per la donna con cui aveva stretto amicizia e che versava anche lei in uno stato di bisogno. La giudice ha accolto la richiesta dell’accusa condannando l’uomo a un anno e un mese di reclusione e 400 euro di multa.