Domenica 12 ottobre Nucetto celebra il cece, prezioso alimento coltivato in loco. La festa del Cece di Nucetto quest’anno giunge alla sua 20ª edizione ed è organizzata dal Comune in collaborazione con l’Associazione per la Tutela e la Valorizzazione del Cece di Nucetto e Circolo Polisportivo Nucettese. Il programma prevede l’apertura dalle 9, presso il Parco dei Gurei, del mercatino di prodotti tipici del territorio del Gal Mongioie e artigianali dove una sessantina di espositori locali promuoveranno la loro produzione. Alle 11 l’inaugurazione del nuovo polo museale presso la stazione FF.SS. Alle 12 si prosegue con il saluto delle autorità e la consegna onorificenza del “Cece d’Oro” 20ª edizione per poi andare tutti a pranzo alle 13 con un menù tutto a base di Ceci di Nucetto e prodotti tipici locali dalla struttura del Parco Gurei (posti limitati a 30 euro con prenotazione obbligatoria allo 0174.74112, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 e tramite Whatsapp al 3489030224).
Nel pomeriggio alle 15 al via la Castagnata per tutti con distribuzione gratuita delle caldarroste. Dalle 14.30 alle 18 saranno aperti il Museo Storico di Nucetto e il Museo della linea Ferroviaria Ceva – Ormea. Il ricco menù proposto a pranzo comprende aperitivo e antipasto: baccalà mantecato su crostone di polenta, crema di ceci e tartufo di Scagnello, insalata di panissa, pomodori secchi, bra duro Dop, funghi champignon. Timballo di verdure di stagione, castagne garessine e ceci di Nucetto con “Bagnet russ Piemontese”. Primo: ceciata alla zingarella, risotto carnaroli sfumato all’Alta Langa docg con ceci di Nucetto e Raschera Dop. Secondo: capocollo con prugne glassato al forno, misto di verdure stufate con ceci di Nucetto. Dolce semifreddo zabaglione con sablèe di ceci e miele salsa al cioccolato fondente. Vino Dogliani Docg e Barbera d’Asti Docg.
Il Cece di Nucetto e la sua antica storia

La coltura del Cece di Nucetto non era sicuramente prevalente ma certamente ne era diffuso l’uso per l’alimentazione in tutte le famiglie contadine residenti. Lo si seminava anche nell’ ”atin” tra i filari delle viti; essendo una pianta bassa, così non impediva all’uva di ricevere il sole. Le più assidue consumatrici del legume prima del raccolto erano le lepri. I ceci, una volta battuti, venivano riposti in sacchi di iuta e consumati durante l’inverno alternati con i fagioli e la polenta. Le “tè” ossia le bucce secche, ormai svuotate dai semi, servivano per l’alimentazione dei bovini custoditi nella stalla. Un tempo quasi tutte le famiglie avevano almeno un maiale che veniva ucciso e insaccato all’inizio dell’inverno e a questa carne si era soliti abbinare il cece. Per provare ancora oggi l’antica tradizione bisogna andare a Nucetto per gustare la ceciata alla Zingarella. Esiste però una contraddizione, in quanto il piatto tipicamente consumato nelle fredde e uggiose giornate invernali, da oltre settant’anni viene presentato in quelle più calde e soleggiate d’estate (l’ultima domenica di luglio) perché d’estate si riesce a richiamare più gente e la festa ha sempre più successo. Per ovviare a questo, dal 2005 si è voluto proporre la Festa del Cece nella seconda domenica di ottobre per celebrare al meglio il pregiato prodotto, presentando nel contempo il risultato del nuovo raccolto.






