Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato una proposta di legge da trasmettere al Parlamento per modificare l’articolo 338 del Testo Unico delle leggi sanitarie, che regola le distanze minime tra i cimiteri e gli edifici. La normativa statale, ferma da decenni, prevede oggi un limite di 200 metri con deroghe ridotte, spesso incompatibili con la realtà dei piccoli centri e ormai obsoleta rispetto alle nuove tecniche che oggi si applicano nel settore.
La proposta piemontese amplia le possibilità di deroga, consentendo la costruzione entro i 200 metri dal perimetro cimiteriale – mai sotto i 50 metri – previa deliberazione del Consiglio comunale e parere favorevole dell’ASL, tenendo conto delle moderne tecniche di sepoltura e delle mutate condizioni igienico-sanitarie.
“Questa iniziativa – sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Marco Gallo – nasce dall’ascolto delle difficoltà di tanti sindaci e cittadini, in particolare nei piccoli comuni montani, dove la presenza dei cimiteri a ridosso dei centri abitati impediva spesso lo sviluppo edilizio e la valorizzazione del territorio. Con la proposta al Parlamento vogliamo dare risposte concrete e aggiornare una norma ormai superata, garantendo al tempo stesso la sicurezza e il rispetto delle regole sanitarie”.
La proposta sarà ora trasmessa alla Camera dei Deputati, segnalando un impegno concreto della Regione Piemonte per aggiornare la normativa statale e offrire soluzioni equilibrate e orientate al bene comune.
La richiesta è stata sostenuta da tutto il consiglio regionale. “Non siamo pregiudizialmente contrari a un aggiornamento della normativa nazionale – spiega Gianna Pentenero, presidente del gruppo Pd in Consiglio regionale – La legge sulle fasce di rispetto cimiteriali risale al 1934 e ha certamente bisogno di essere aggiornata per tenere conto delle mutate condizioni urbanistiche, sociali e demografiche”. “Ciò che contestiamo – aggiunge Mauro Calderoni, consigliere regionale del PD – è l’atteggiamento altalenante e superficiale della maggioranza di centrodestra, che in meno di due anni è riuscita a compiere una spettacolare inversione a U, creando soltanto confusione e incertezza per i Comuni, i cittadini e le imprese”.
Pentenero ricorda che “nel 2024, con un’altra legge regionale, la Giunta Cirio 1 aveva scelto di tornare ai 200 metri di inedificabilità, ripristinando integralmente il vincolo nazionale dopo anni di deroghe piemontesi. Allora si parlava di tutela sanitaria e rigore: oggi la stessa maggioranza propone di ridurre quella distanza con una modifica della normativa nazionale, sostenendo l’esatto contrario”. “Il risultato – prosegue Calderoni – è che in pochi mesi le amministrazioni locali si sono trovate a dover gestire norme contraddittorie, con strumenti urbanistici da rivedere, progetti bloccati, cittadini disorientati e un alto rischio di contenziosi. La politica regionale non può scaricare sui territori la propria mancanza di coerenza e programmazione, decidendo un giorno una cosa e il giorno dopo il suo opposto”.
Per i due esponenti del Partito Democratico “la legge va aggiornata con equilibrio e le regole devono poi restare stabili nel tempo, senza giravolte legislative che minano la credibilità delle istituzioni e paralizzano le amministrazioni locali. Basta decisioni contraddittorie e di breve respiro che, come troppo spesso accade con la destra al governo del Piemonte, finiscono per scaricare i problemi su chi deve amministrare ogni giorno il territorio”.




