Cuneo – Non è previsto, almeno per il momento, nessun nuovo “hub” cuneese per l’accoglienza migranti, nemmeno nel parcheggio del Miac di Ronchi. Le preoccupazioni per il futuro, però, sono tante, e c’è la necessità di risposte a livello nazionale. A ribaldirlo è stata la sindaca, Patrizia Manassero, martedì sera in consiglio comunale, in risposta alla richiesta presentata da Giuseppe Lauria sulla possibile realizzazione di un “centro smistamento provinciale migranti” nel parcheggio del Miac di Ronchi. Ipotesi già accantonata ad agosto e poi tornata di attualità.
“Sembrerebbe che il sito Miac sia in predicato di diventare il centro smistamento migranti della nostra Provincia con evidenti, probabili, ulteriori problemi sociali e logistici”, ha detto Lauria che ha chiesto alla sindaca se quanto riportato “corrisponde al vero e per quale motivo una simile situazione sia stata tenuta coperta da segreto: come si pensa di poter ovviare ai problemi di natura igienico-sanitari, sociali, comunque legati a situazioni di forte concentrazione, unitamente a problemi di tipo amministrativo-ispettivo”.
Nella sua risposta, Patrizia Manassero ha sottolineato i numeri “particolarmente straordinari dei flussi registrati quest’anno. Il decreto Cutro ha aggravato la situazione. Nel cuneese è stato previsto l’arrivo di circa 800 persone e poi di ulteriori 200 persone. A Cuneo fino ad oggi si è parlato di hub temporaneo, che esiste già alla caserma Piglione e questa estate ha lavorato per accogliere 800 persone che la Prefettura sta distribuendo nelle strutture che i privati hanno messo a disposizione. La funzione dell’hub è di passaggio, temporaneo. A Cuneo posso dire che è stato fatto un lavoro egregio, dignitoso e corretto”.
Le preoccupazioni per il futuro sono però reali: “Il rischio di una cattiva accoglienza perché non programmata bene esiste. L’accoglienza oggi non guarda all’inserimento. Per quanto riguarda un nuovo hub per le emergenze, l’attenzione della Prefettura in estate era focalizzata sul parcheggio del Miac, con tutti i limiti che conosciamo, e parte della caserma Montezemolo, ipotesi che poi è stata accantonata. Ad oggi la Prefettura ha ancora il sito Miac tra le ipotesi, ma è in corso la valutazione di una proprietà dello Stato come soluzione per le emergenze. Questa è la situazione. Alcune prefetture hanno scelto di non fare nulla, qui il percorso è stato dignitoso e perlomeno siamo riusciti a metterci umanità e dignità. È evidente però che se non accade qualcosa a monte a livello organizzativo e se i flussi rimangono questi, la preoccupazione per il futuro è tantissima”.