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Giovedì 25 aprile 2024

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Il bio riduce anche i consumi di energia del 30%

L’utilizzo di tecniche meno invasive, le filiere corte e la rinuncia ai consumi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas

La Guida - Il bio riduce anche i consumi di energia del 30%

Il biologico fa bene all’ambiente anche per quanto riguarda i consumi di energia. L’agricoltura bio consente infatti di tagliare di un terzo i consumi energetici, attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti diffusa lo scorso autunno in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna.

Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti – per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti.

In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.

I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – ricorda Coldiretti – è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti.

L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura bio, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli.

Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva Coldiretti – e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori.

Le aziende biologiche – continua Coldiretti – rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione della nostra agricoltura e molte di queste sono presenti negli oltre mille mercati di Campagna amica diffusi in tutto il territorio nazionale, producono in biologico molte delle eccellenze Dop e Igp del nostro Paese e costituiscono una vera e propria rete di sostenibilità per il nostro Paese. 

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