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Venerdì 29 marzo 2024

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La Valle Stura schierata a difesa della sanità pubblica

Grande successo per la serata organizzata da "Insieme diamoci una mano", "Officina delle idee per l'ospedale di Saluzzo" e "Libera"

La Guida - La Valle Stura schierata a difesa della sanità pubblica
Demonte – Palatenda affollato martedì 9 maggio, per partecipare all’incontro su “La difesa della sanità pubblica nei territori, conoscere la storia per progettare il futuro” organizzato dalle associazioni  “Insieme diamoci una mano-Valle Stura”, “Officina delle idee per l’ospedale di Saluzzo”, “Libera” con il patrocinio dell’Unione Montana Valle Stura, del Comune di Demonte e della Pro loco.
Alla serata sono intervenuti Cristina Girando, infermiera professionale che ha ricordato come nel giuramento di Ippocrate sia incluso un paragrafo che recita: “eserciterà la mia professione promuovendo l’eliminazione delle disuguaglianze, contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione”.
Presente anche Giovanni Damiano, figlio di Amedeo, presidente della Ussl 63, nel 1987 vittima di un agguato mafioso a causa del suo impegno in difesa della sanità pubblica. Damiano ha ricordato la tragica storia del padre Amedeo perché rimangano viva la memoria e la consapevolezza che la democrazia, la libertà, i diritti debbano sempre essere difesi dai cittadini e ha raccontato l’esperienza di cittadinanza attiva portata avanti dall’associazione di cui è presidente, “L’officina delle idee per l’ospedale di Saluzzo”.
Tra i relatori anche Ugo Sturlese, già primario dell’ospedale Santa Croce e membro del Consiglio Superiore di Sanità. Il consigliere comunale di Cuneo, attraverso un viaggio nella storia dal dopoguerra ad oggi, ha dimostrato come dopo un periodo di fondamentali conquiste nel campo del diritto alla salute e alle cure, adesso si stia inesorabilmente andando verso uno smantellamento della sanità pubblica. “Il servizio sanitario nazionale versa oggi in gravi difficoltà – ha detto -, ancora di più dopo essere stato chiamato a terribile prova durante la pandemia Covid, ma senza essere stato dotato per tempo degli strumenti indispensabili”.
A chiudere gli interventi è stato Corrado Camilla, già medico di famiglia e referente delle cure primarie e dell’ospedale di comunità di Demonte, presidente della associazione “Insieme diamoci una mano-Valle Stura”. “In Italia il diritto alle cure é una condizione necessaria non sufficiente per un paese democratico che voglia aspirare ad essere anche giusto e solidale – ha detto -. I diritti alla vita, all’acqua, al cibo, al lavoro giusto, alle cure sono oggi spesso negati ai migranti stremati e disperati che riescono a giungere sulle nostre coste, quando non viene impedito il loro salvataggio in mare. Su questo tema il nostro paese troppo spesso si è voltato da un’altra parte, ma inaspettatamente il diritto alle cure viene in parte negato anche a noi cittadini italiani. Gino Strada ha definito un diritto che non appartiene a tutti un privilegio”.
Camilla ha poi ricordato le difficili e combattute conquiste in valle in favore della sanità pubblica: la trasformazione delle condotte in presidio sanitario, il nuovo ruolo dell’ospedale di comunità di Demonte, il volontariato, l’istituzione del gruppo di cure primarie che, con il sostegno del piano sanitario regionale 2004-2007 e del ministero della Salute, aveva sancito l’ingresso della sperimentazione della valle nel servizio sanitario nazionale poi chiusa a dicembre 2011.
“Molto di quegli anni è andato perso, volutamente si è disarticolato il gruppo di cure primarie, possiamo tuttavia affermare che l’estesa rete sociale costruita intorno alla sanità ha retto e continua a crescere – ha continuato Camilla -. Il welfare della libera repubblica socio-sanitaria della Valle Stura costituisce oggi il punto su cui resistere e ripartire. Abbiamo allargato gli orizzonti, partecipato a bandi importanti come capofila o partner, incontrato per strada nuovi alleati e amici come la cooperativa Emmanuele e il centro studi Eclectica che ci sono stati di grandissimo aiuto. Abbiamo collaborato con il consorzio socio-assistenziale del cuneese ed tanti altri partner. Per noi di “Insieme diamoci una mano” il simbolo del Welfare della valle è un fiore, la regina delle alpi, fiore protetto e prezioso; quando cresce in natura in un angolino della valle Stura non può essere raccolto e soprattutto non si compra e non si vende. Rappresenta la memoria di tutto ciò che è stato e la speranza per il futuro. Pensare per volare, sperare per volare, cantava Lucio Dalla. Vogliamo e possiamo cantare anche noi”.
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