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Giovedì 18 aprile 2024

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La pittura e il segno della matita che è narrativa scorrevole

Giuseppina Matis Albezzano, padrona della tecnica in una maniera indiscutibile, che rivela anni di studi riservati al disegno prima ancora che all'incisione

La Guida - La pittura e il segno della matita che è narrativa scorrevole

Giuseppina Matis Albezzano è nata a Isola d’Asti ma vive e lavora a Madonna dell’Olmo. È pittrice e incisore. Ha frequentato la scuola libera del nudo all’Accademia Albertina di Torino avendo come maestro Vincenzo Gatti e l’Accademia di Belle Arti di Cuneo. Ha partecipato a diverse mostre e manifestazioni artistiche. Espone dal 1975 in collettive e personali a Cuneo e in Italia ma anche all’estero tra cui Francoforte e Parigi, e a Los Angeles in occasione dei Giochi Olimpici. È membro di varie Accademie e istituzioni culturali. Da anni cura la realizzazione di prodotti relativi all’arte e all’ambiente in collaborazione con l’Unesco. Le sue opere sono molte realistiche, in quanto mostrano una grande attenzione per i particolari degli oggetti raffigurati. Il richiamo ai maestri del ‘900 del metafisico e del realismo mitico è d’obbligo. Gli elementi grafici sono dominati dalla linea che supera il soggetto naturalistico per poi rilevarne gli aspetti più fantastici. Viene utilizzata principalmente la tecnica all’acquaforte. Disegna a sanguigna figure di donne molto naturali, che trasmettono una femminilità dolce e serena e dipinti ad olio con tecnica fotografica, a trompe l’oeil. “E che dire dei colori e dei messaggi – scrive Francesco Boneschi – autentiche voci della natura che la nostra pittrice filtra con un verismo inquietante, a ripova che l’arte, più che una produzione di effetti estetici è una creazione di valori culturali”.

“Padrona della tecnica in una maniera indiscutibile, che rivela anni di studi riservati al disegno prima ancora che all’incisione, – scrive Antonio Ferrero – Pina Matis ha la rara capacità di valutare i propri lavori con distacco sereno e consapevole, rifuggendo tanto dall’autocelebrazione acritica quanto dalla finta modestia che dissimula in sicurezza. L’artista cuneese è in grado di determinare, per ognuna delle sue opere, quello che è tecnicamente impreciso, quello che cambierebbe oggi perché è mutata nel tempo la sua sensibilità e quello che invece ritiene compiuto nei suoi esiti e quindi può con giusto orgoglio esporre senza ripensa menti…. In epoca di astrattismo, la fedeltà naturalistica di Pina Matis l’ha emarginata dalla considerazione del pubblico più ingenuamente sedotto dalla sperimentazioni gratuite, tuttavia il tempo le ha restituito il giusto posto che le spetta: l’incisione, infatti, è una disciplina che non permette di barare: non ci sono le comode stratificazioni correttive dell’olio né il disinvolto e semplificante antifigurativismo di certo astrattismo. Per lavorare sullo zinco, ci vogliono un’abilità, una sensibilità e una pulizia di segno che non si possono neppure imparare: soltanto avere come dono e affinare con l’applicazione. Pina Matis, nel suo epicureo vivere nascostamente, ha queste straordinarie doti”.

“È evidente – sottolinea Felice Ballero – che l’artista punta sul segno come primaio strumento espressivo. Artista versatile e ricca di argomenti è in evidenza là dove il segno organizza tutto l’impianto dell’opera “accettando” il colore a tempera come un elemento complementare del buon sapore. In questo contesto i fiori giucati appunto con una trama sottile e suggestiva di linee e di cromie si propongono alla nostra attenzione con la loro cordialità di maniere e con una freschezza piena di vivacità”.
L’opera che era stata esposta in San Francesco per Grandarte 2013 era il “Tiglio del diavolo” un’acquaforte che s’ispira al tiglio di Macugnaga catalogato dalla Regione come uno degli alberi monumentali del Piemonte.

Qualche anno fa l’artista ha donato alla diocesi di Cuneo più di quattrocento lavori (incisioni, disegni, dipinti) e questa ne ha affidato la custodia e la conservazione all’associazione Insieme per Educare, che gestisce in città le scuole paritarie dell’infanzia Sacra Famiglia, primaria e secondaria di primo grado Mons. Andrea Fiore.
“Pina Matis è un’artista che attraverso un gesto sicuro, armonico ed equilibrato, riesce ad imprimere sulla carta come sulla lastra di metallo, un’impronta che lascia un segno profondo che va a far vibrare le corde più intense dell’anima di coloro che si pongono anche per la prima volta di fronte ad una sua opera di incisione, di disegno oppure di pittura – dicono i curatori della mostra a Cueno, Fabrizio Oberti e Giorgia Saladini -. Il suo modo di fare arte è poliedrico e riesce a spaziare dal disegno alla pittura, passando attraverso l’incisione per la quale ha una notevole predilezione”.

Alcune delle opere della Matis sono in mostra nella personale “L’incidenza del Segno” allestita a Palazzo Samone. In mostra circa 50 opere legate per la maggior parte al tema dell’incisione (acqueforti, punte secche, linoleografie, xilografie). L’esposizione è suddivisa in tre sezioni in cui si possono ammirare incisioni, ma anche dipinti e alcuni disegni,  dedicati alla natura, all’architettura e al paesaggio, tematiche che Pina Matis affronta con estrema maestria, attraverso un segno deciso, che esprime tutta la forza e l’energia di un gesto incisivo. Fino al 30 ottobre, dal giovedì alla domenica dalle 15.30 alle 18.30. Ingresso libero.

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