Cuneo – È stato un incontro emozionante quello nella mattinata di oggi (lunedì 11 ottobre) nella sala di rappresentanza dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo con Diego Colombari, il campione cuneese, medaglia d’oro di handbike alle recenti Paralimpiadi di Tokyo.
Colombari aveva dedicato il premio, subito dopo la vittoria, agli operatori del Santa Croce e oggi una rappresentanza delle diverse figure professionali lo ha incontrato, insieme al vertice dell’Azienda, per ringraziarlo di quel pensiero ispirato dalle cure e dall’assistenza dei sanitari, in occasione di un brutto incidente che risale al 2008.
“Sono convinto che dietro a un successo non ci sia un singolo atleta, ma un’intera squadra – ha detto Colombari -. Alle Paralimpiadi di Tokyo eravamo in tre a correre, ma con noi c’erano tante persone, tra le quali anche quelle che lavorano nell’ospedale di Cuneo. Nel 2008, quando ho avuto l’incidente, hanno saputo curarmi al meglio ed è stato anche merito loro se io oggi ho le potenzialità fisiche per raggiungere risultati di questo tipo”.
Lo ha accolto, a nome di tutta l’azienda il direttore generale Elide Azzan, accompagnata dal direttore sanitario Monica Rebora e dal direttore amministrativo Gianfranco Cassissa. “Non capita tutti i giorni che un campione paralimpico dedichi, al personale di un’azienda ospedaliera, la sua medaglia d’oro”, ha esordito la dottoressa Azzan. “Il minimo – ha proseguito – era accoglierlo nell’ospedale, dov’è stato preso in carico e curato”. E abbiamo deciso di farlo con un incontro informale tra il campione e i rappresentanti del personale sanitario, in un momento in cui non siamo più considerati ‘eroi’, com’eravamo stati definiti all’inizio della pandemia. L’importante, comunque, è che chi lavora nelle strutture sanitarie sia orientato sull’obiettivo della professione, che è quello di assistere i pazienti”.
Diego Colombari ha donato all’azienda ospedaliera una felpa dell’Italia con dedica all’ospedale, mentre dal Santa Croce ha ricevuto la maglietta prodotta nel 2019, in occasione dei 700 anni dell’ospedale, un libro sulla Confraternita dell’ospedale e il testo, curato dal dottor Cartia, relativo agli ultimi decenni di storia del nosocomio.