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Mercoledì 24 aprile 2024

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Riviste e contributi, a processo per estorsione falso poliziotto

Telefonate, richieste sempre più onerose, fino a una "penale" di pagamento e le minacce di pignoramento

La Guida - Riviste e contributi, a processo per estorsione falso poliziotto

Dronero – “Ricevetti la telefonata di questo signore dal tono gentile che mi disse di essere un poliziotto e mi chiedeva un contributo per la Polizia di Stato. In cambio avrei ricevuto delle riviste. Ingenuamente accettai la proposta”. Inizia così il racconto reso in tribunale a Cuneo dalla commerciante di Dronero che a gennaio 2018 fu vittima di un’estorsione da parte di un sedicente membro della Polizia. La donna iniziò a ricevere le riviste per importi che però crescevano sempre fino ad insospettirla e a decidere di rifiutare la corrispondenza. “Feci due o tre pagamenti in contanti da 80-90 euro l’uno e poi con assegni per cifre che si aggiravano intorno ai 100 euro. A quel punto però mi ero insospettita e decisi di rifiutare le riviste che mi venivano sempre consegnate da un corriere”. L’intestario del conto Postepay su cui la donna aveva fatto i suoi versamenti era E. D. C, imputato del processo. A quel punto la donna ricevette la telefonata di un sedicente avvocato che le intimava di pagare una penale di 2.900 euro tramite bonifico bancario. La donna, presa dal panico, si recò in banca e lì l’impiegata le disse che il pagamento era sospetto perché il codice che le avevano fornito risultava essere di un conto postale. La commerciante non pagò e richiamò la persona che le aveva ingiunto di fare il bonifico: “Si arrabbiò molto e mi disse che nel giro di mezz’ora sarebbero venuti a pignorarmi il locale. A quel punto mi rivolsi ai Carabinieri di Dronero e sporsi denuncia”. La signora ricevette ancora alcune telefonate da parte di donne che si presentavano come impiegate della casa editrice, ma quando la donna rispose che c’era un’indagine in corso le telefonate si interruppero. Il processo è stato rinviato al 12 dicembre.

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