Casteldelfino – Potrebbe essere di natura dolosa l’incendio sviluppatosi nel pomeriggio di sabato 26 agosto sopra il lago di Bagnour, nel bosco dell’Alevè, la più grande distesa di pini cembri d’Europa, già cantata da Virgilio nell’Eneide. A dare l’allarme è stato il gestore del rifugio Bagnour, Livio Martino, che ha visto del fumo uscire dal bosco. E proprio Martino è stato il primo, dopo due ore di cammino, a raggiungere il luogo dove un ceppo di abete stava prendendo fuoco, iniziando a spalare terra da mettere intorno all’albero, nel tentativo di impedire alle fiamme di espandersi. Nella zona impervia, raggiungibile a fatica e solo a piedi, le fiamme si sono sviluppate intorno a un ceppo di abete: e per questo pare probabile la natura dolosa del rogo. L’incendio, per la difficoltà di raggiungere il luogo e la siccità dei boschi, è stato spento completamente solo 24 ore dopo, nel tardo pomeriggio di domenica 27 agosto. Sono intervenute le squadre Aib di Rossana e Brossasco, i Vigili del fuoco di Venasca con i Dos di Cuneo: una ventina i lanci di acqua dall’elicottero che sono stati effettuati per spegnere le fiamme e scongiurare ulteriori danni alla cembreta. Altri volontari hanno montato una vasca da 8.000 litri in borgata Alboin di Casteldelfino, utilizzata dall’elicottero per i rifornimenti. È grazie al lavoro dei volontari Aib, delle squadre e dei Vigili del fuoco che le conseguenze non sono state più gravi.