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Venerdì 19 aprile 2024

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Monterosso Grana, chiude il presidio ma non il Comitato

La Guida - Monterosso Grana, chiude il presidio ma non il Comitato

Monterosso Grana –  E’ terminato oggi, giovedì 20 ottobre, il presidio permanente davanti all’ex alberto “A La Posta” allestito dal Comitato per la tutela di tutti. Nato con lo scopo di protestare contro l’arrivo dei migranti nella vecchia struttura alberghiera, il sit-in si chiude dopo 4 settimane di attività, 24 ore su 24 e con oltre 600 firme raccolte a sostegno della petizione lanciata nei primi giorni di protesta.“Tutto quello che era possibile fare l’abbiamo fatto – ha spiegato Stefano Isaia, uno dei promotori durante una conferenza stampa convocata nel pomeriggio -. Chiude il presidio, ma non il Comitato perché ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta alle domande che avevamo posto. Stamattina i sindaci della Valle si sono incontrati in Prefettura. A quanto c’è stato riferito la Cooperativa avrebbe rassicurato che si occuperà della gestione e il Prefetto si sarebbe preso l’impegno, senza però nulla di scritto, che le persone che verranno ospitate saranno trenta. Sulla questione dell’inagibilità della struttura il Prefetto ha sostenuto che non sarebbe entrato nessuno fin quando i lavori non saranno finiti e certificati. Stamattina sono anche saltate le tubature dell’acqua, come si può vedere dalla fioritura dell’intonaco sulla facciata. Non vorremmo pensare che anche la proprietà abbia alternative all’albergo”.A preoccupare maggiormente i membri del Comitato è proprio l’inagibilità della struttura. Chiusa dal 2008, sulla struttura grava anche una relazione di inagibilità redatta dagli Uffici Tecnici del Comune.“Siamo certi che il presidio ha smosso la coscienza del Prefetto e delle istituzioni, ma ad oggi non è stata chiarita la questione inagibilità –  ha sottolineato Sabina Fronti, altro membro attivo del Comitato -. Durante il consiglio dell’Unione si è anche parlato di affiancare agli operatori della cooperativa delle persone specializzate, noi saremo collaborativi ma siamo dell’idea che inizialmente dovremmo lasciarla lavorare concretamente senza affiancare altre figure, se non a scopo di volontariato, perché altrimenti si rischia di fare altro business speculativo”.Timori e incertezze anche sul numero dei migranti. “Permangono anche i problemi relativi alla sicurezza pubblica qualora ne dovesse arrivare un numero troppo elevato rispetto agli abitanti – ha continuato Massimo Marchionni -. In un comune piccolo di appena 200 abitanti anche qualche decina di profughi potrebbe essere difficilmente gestibile dalla comunità, considerato anche il fatto che in paese non ci sono Vigili Urbani e la caserma dei Carabinieri più vicina è a Pradleves. Con tutto il clamore nato dalla protesta all’inizio questi patti ipotetici, non scritti, potrebbero anche essere rispettati, ma chi ci dice che tra sei mesi, calmati gli animi, non ci troveremo in situazioni ingestibili come già sta avvenendo in altri posti?”.“Non dimentichiamoci poi che queste persone possono scegliere di non aderire a nessun progetto – ha continuato Monica Molineri -. Possono anche scegliere di non fare niente e alla prima occasione scappare. Sicuramente per una comunità così piccola, a mio avviso sarebbe abbastanza un caos”.Non sono però ora trapelate notizie certe sulla data di arrivo dei migranti, attesi comunque a giorni, intanto i lavori all’interno della struttura procedono.

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