Il convegno di sabato 27 febbraio al Filatoio rosso di Caraglio merita attenzione e alcune prime considerazioni. L’attenzione la sollecita fin da subito il titolo “EUSALP: regione alpina al centro dell’Europa”, che vede la nostra provincia direttamente coinvolta in un progetto ambizioso e di grandi dimensioni territoriali. Vi partecipano sette Paesi europei, due ancora non membri dell’UE, che portano in dote poco meno di 80 milioni di abitanti e una ricchezza aggregata di oltre 3 milia miliardi di euro. Le considerazioni nascono anch’esse dal titolo, da quella “regione alpina” che mira a trasformarsi da antica barriera per le comunicazioni in un centro di scambi e di sviluppo, con territori ed economie che ambiscono a candidarsi come centro – o, più realisticamente, come uno dei centri – dell’Europa. Si tratta di una candidatura audace, ma non priva di fondamento se la politica non parlerà a vuoto e se il disegno non finirà, come tanti altri, nel libro dei sogni dei sogni, dove rischiano di finire le buone intuizioni sulle macroregioni transfrontaliere. Il momento scelto per il lancio di questo progetto è opportuno: in un’Unione Europea che si va ridisegnando, con Paesi tentati di uscirne, altri che si chiudono all’interno delle loro frontiere, è apprezzabile l’iniziativa di quanti lavorano a costruire in Europa un “nucleo duro” dal quale parta un nuovo progetto europeo, magari con meno Paesi ma con una ritrovata solidarietà.Per la nostra provincia è un’occasione da cogliere: dopo aver molto ricevuto dall’Europa, è venuto il momento di restituire all’Europa coraggio e iniziativa, senza sottovalutare la posizione geografica che occupiamo e le capacità che abbiamo di proiezione al di fuori della nostra angusta “cinta daziaria”.